POM #75 - Le prime settimane a Bali
Questa è una newsletter diversa dalle solite. No metodologie, strumenti o altri consigli su Growth e Product Management, ma vi racconto del mio viaggio (ancora in corso) a Bali.
Questa è una newsletter diversa dalle solite. Non troverai, infatti, novità, metodologie, strumenti o altri consigli su Growth e Product Management, ma il racconto del viaggio con la mia famiglia di 5 settimane a Bali (ancora in corso) in cui sto cercando di bilanciare vita privata e lavorativa.
Arrivare a Bali dall'Italia è di per sé già un viaggio nel viaggio. Partenza da Pescara direzione Fiumicino con l'autobus Dicarlobus (voto 8) con quatrro valigie, tre zaini e un passeggino.
Arrivo all'aeroporto, check-in con Qatar (voto 10), cena per i bimbi (voto 2 ad ADR che non mette a disposizione una stanza per le famiglie con un microonde per scaldare biberon e pappe) e controlli per salire in aereo (voto 9 al personale di sicurezza di Fiumicino).
Il primo volo (notturno) in direzione Doha (voto 8) è stato abbastanza tranquillo. Così come lo scalo, la colazione da Starbucks (voto 5 dovuto a un cappuccino a 140° con semi ustione della lingua) e i nuovi controlli in aeroporto (voto 10… family-friendly).
Secondo volo (diurno e di 10 ore) un pochino più complesso con due bimbi di 7 mesi e di 3 anni al seguito. Ma nulla di così grave e impegnativo. Il personale di bordo è stato eccezionale (voto 10) e super collaborativo.
Arrivo all'aeroporto di Denpasar, ritiro bagagli, controlli vari, dogana (voto 9 per la procedura da poter fare da telefono usando la connessione dati gratuita dell’aeroporto) e ottenimento del visto.
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Prima tappa Seminyak / Canggu
Avevo letto e ascoltate molte storie sul traffico caotico di Bali, ma essendo stato in Kenya ero abbastanza tranquillo e invece, wow! Un traffico incredibile con l’ulteriore complessità della guida opposta alla nostra: un folle girotondo a metà tra un concerto metal e uno sciame di api dove ogni scooter o auto sembra avere la sua personale rotta di navigazione.
Altra nota post primo impatto con la cultura locale? Il cibo super piccante!
Non è un caso che le prime parole che ho imparato in Balinese sono “Tidak pedas” che significa non piccante!
Ma in mezzo a questo caos, l’altra cosa che noti fin da subito è una sorprendente dose di calore umano. I "local" sono sempre pronti ad aiutarti e tranquillizzarti con un sorriso, offrendoti un pezzetto del loro mondo con genuina ospitalità.
Abbiamo tantissimo da imparare noi occidentali dal loro mindset, anche in termini di marketing. Ad esempio, nel nostro primo alloggio abbiamo avuto due problemi: aria condizionata in camera da letto che alle 3 di notte non si spegneva e settata a 18 gradi (non il massimo per i bimbi); un topolino di campagna che si è mangiato metà confezione di biscotti di Diego (il più piccolino) all’interno della dispensa della cucina.
Molto probabilmente se fosse successo in Italia avrei lasciato una recensione negativa, invece ho dato 10 su Booking perché lo staff è intervenuto anche di notte per risolvere i nostri problemi e sempre con un sorriso, i modi giusti e il desiderio di farti sentire come a casa: al sicuro e coccolato.
Questo loro approccio di mettere al centro la soddisfazione del cliente insegna molto in termini di Product Management: se all'inizio del ciclo di vita del tuo prodotto (versione beta o prototipo) sai che non puoi offrire la perfezione ai tuoi utenti, ricordati di non abbandonarli a se stessi, ma compensa le lacune tecniche della tua soluzione con un servizio eccezionale di customer care. Beta version != se i clienti si lamentano, sti cavoli!
Tornando a Seminyak: è una zona che vive e respira turismo. Il 90% del business è (a detta dei tassisti locali) per finalità turistiche. D’altronde ogni anno arrivano circa 6 milioni di turisti (pre-pandemia) su quest’isola abitata da poco più di 4 milioni di persone. La cosa positiva è che si tratta comunque di un turismo “semi-educato” che rispetta usi e costumi del posto e che rende Bali un’isola attiva 24 ore su 24.
Puoi vedere questa energia ovunque, dai caffè e beach club dove trovano spazio i lavoratori digitali (wi-fi garantita e gratuita praticamente ovunque), alla spiaggia che cambia atmosfera dal giorno alla notte. E, sebbene possa sembrare economico il costo della vita per noi europei, entrare in un locale alla moda può darti un flashback dei prezzi di casa.
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Seconda tappa: Ubud
Dalla costa ci siamo trasferiti a Ubud ed è stato come passare da un film d'azione a un documentario.
Risaie e templi, templi e risaie. Uno schema interrotto solo dalla presenza di enormi strutture turistiche che, purtroppo, di balinese hanno giusto i materiali (forse), il design e lo staff (se non assumi i local non puoi aprire).
Il traffico qui è maggiormente concentrato nel centro città e come esci dal caos le strade sono più tranquille, ma più dissestate, e il paesaggio cambia dal grigio dell'asfalto al verde profondo della giungla.
Ubud è una città mistica, piena di simboli della religione più antica del mondo: l’Indù. Una religione che crede nella reincarnazione all’interno dello stesso nucleo familiare, come ci ha spiegato la nostra guida. Naturalmente, ho avuto da ridire su questa teoria: se ognuno si reincarna in un nuovo nascituro, come mai stiamo aumentando di numero come popolazione? Chiedo perdono, ma è deformazione professionale la mia. :-)
Ma, soprattutto, mi ha mostrato la dedizione dei balinesi al lavoro. Al sorgere del sole, attorno alle 6 di mattina, mentre molti occidentali sono ancora nelle loro palestre a fare allenamento o nell'abituale routine sveglia-social-doccia-social-colazione-social, i local e alcuni expat già integrati sono al lavoro nelle loro attività.
Per ora è tutto su Ubud, ma passeremo qui altri 7 giorni, quindi tornerò sicuramente a raccontarti qualcos’altro. Prima di salutarti, però, voglio parlarti di due temi: opportunità di business e risorse locali.
Opportunità di business
Infinite, ma assai sfidanti. Le persone del posto sono molto attaccate alle loro abitudini e questo rende il mercato difficile da innovare: la forza "Habit of the Present" è molto più forte della "Pull of the New Solution" (se non sai di che parlo, leggiti il mio articolo sulle Forze del Progresso).
Sicuramente lo smaltimento della plastica è un mega problema da risolvere, ma anche la potabilità dell'acqua, la cura dell’ambiente e la sicurezza nelle strade e dei pedoni (impossibile attraversare e camminare lungo le vie principali).
Bali, infatti, è veramente indietro rispetto all'Italia su alcuni temi come la sostenibilità, la cura dell'ambiente o la sanità, mentre mi è sembrata molto più avanti su altri topic come i pagamenti digitali (anche il più remoto Warung ha il POS), il delivery (trasportano e ti consegnano a casa di tutto), la burocrazia con la prenotazione per il rinnovo del visto che ti arriva tramite sms o la comunicazione (qui puoi fare/prenotare/acquistare tutto usando solo WhatsApp).
20 anni fa’ Bali era praticamente quasi tutta rurale e le principali fonti economiche erano: agricoltura, pesca ed estrazione di risorse minerarie. In soli 20 anni la popolazione è crescita di un milione. Il tasso di crescita del PIL reale è stato mediamente superiore al 5%, mentre il tasso di disoccupazione è sceso all’incirca fino al 6%. L’Indonesia è un mercato assolutamente da non trascurare, d’altronde parliamo del quarto paese più popolato al mondo e circa la quindicesima economia come PIL. Inoltre, il governo indonesiano ha messo a disposizione degli expat diverse opportunità per fare business qui: da visti speciali “second-home” a sconti sulle tasse per i primi anni.
Risorse locali
Naturalmente la natura al primo posto, ma le persone al secondo. I balinesi sono un popolo eccezionale: ospitali, solari, positivi, inclusivi, disponibili e gran lavoratori.
Venire su quest’isola per vivere e lavorare significa doversi integrare con la popolazione e la cultura locale perché è praticamente impossibile vivere in una bolla stile Singapore o Dubai. Naturalmente, dal mio punto di vista questo è assolutamente un voto a favore. Inoltre, il basso costo del lavoro e della vità per noi Italiani insieme alle opportunità di business sempre crescenti, fanno di Bali una buona metà per un cambio vita.
Beh, questo è quello che posso raccontare dopo due settimane e mezzo qui. Se vuoi conoscere il resto del mio viaggio non perderti la prossima newsletter.
A presto,
Mirko
Grazie per aver letto un mio POM!
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